Chi decide di dedicare del tempo alla corsa, si trova inevitabilmente a fare una scelta: quali scarpe da running acquistare? Non si scappa da questa scelta, sia dilettanti che professionisti del running devono optare per questo o quel paio di scarpe da corsa. Non è difficile però darsi una risposta. Ognuno deve acquistare un paio di scarpe che meglio si adatta al proprio piede e che reagisce bene quando il piede finisce sul terreno. La suddetta domanda se la fanno in molti, visto che il running è una delle attività più amate da chi vuole perdere peso o semplicemente mantenersi in forma. La problematica è che in commercio ci sono moltissimi tipi e modelli di scarpe da running, e questo spesso favorisce la confusione del runner. Poi ci sono le pubblicità, che tendono solo a incrementare la confusione. Ogni modello viene sempre presentato come migliore del precedente, perché più performante e realizzato con materiali migliori.
Il tipo di appoggio
Il runner non deve mai dimenticare che la corsa nasconde insidie correlate anche alle scarpe da running sbagliate. Un paio sbagliato potrebbe generare problemi alle articolazioni e alla schiena dell’atleta, e quindi rendere difficoltosa la corsa. In sede di acquisto di un nuovo paio di scarpe, inoltre, non si dovrebbe badare a spese. Alcuni esperti di running affermano che i modelli che costano sui 130/150 euro si equivalgono. È doveroso però trovare le scarpe da running che meglio si adattano ai propri piedi. Vi sono diversi fattori che entrano in gioco nel momento in cui un runner si accinge ad acquistare un nuovo paio di scarpe. E non si parla di colori o mode ma di caratteristiche intrinseche della scarpa, del terreno che si dovrà affrontare e dalla preparazione dell’atleta. Il runner Paolo Fossati, nel corso di un’intervista, ha reso noto che la scarpa da running deve adattarsi alla perfezione al piede. Sì perché ogni runner ha un tipo di appoggio diverso (c’è chi ha un appoggio neutro e chi, ad esempio, ha piedi che cadono verso l’interno). Non ci sono problemi, comunque, perché in commercio esistono una miriade di modelli, adeguati alle varie modalità di correre.
Peso del runner e terreno su cui si corre
Il tipo di terreno su cui si dovrà correre va preso in considerazione quando si decide di comprare le scarpe da running? La risposta è affermativa. In commercio, lo ricordiamo, vi sono scarpe da trail running, concepite per affrontare percorsi sterrati e quindi dotate di suole massicce e rinforzate, con una forte grip. Ciò per preservare i piedi specialmente in occasione delle salite e delle discese. Per correre nei parchi pubblici, in cui vivono anche punti non asfaltati, invece, vanno bene anche le normali scarpe da running. È necessario pensare all’ammortizzazione e al peso quando si opta per un nuovo paio di scarpe da running: non bisogna dimenticare che, quando si corre, il peso che finisce sui piedi può essere addirittura 4 volte superiore a quello da fermo. Solo gli atleti più preparati e in forma, quindi senza chili di troppo, possono scegliere scarpe leggere e poco ammortizzate; gli altri dovrebbero acquistare paia con un sistema di ammortizzazione più articolato.
Scarpe da running: quando cambiarle?
Chi non è in possesso di tali dispositivi tecnologici, però, può eseguire un semplice test empirico, ponendo le scarpe su un piano. Questo permette di scoprire se le scarpe pendono da una parte. Una scarpa storta rischia di cagionare danni al piede. Una scarpa è da ‘archiviare’ quando la parte anteriore, quella dell’avampiede per intenderci, è cedevole. Basta premere nella zona con il pollice e notare se appare ‘sgonfia’ o no. Al di là di quanto detto, dobbiamo rammentare che i negozi specializzati consigliano di cambiare le scarpe da corsa dopo 700/800 chilometri. Un paio di ultima generazione ha una vita media che si aggira sui 500/800 km. Comunque, tendono a consumarsi prima le scarpe dei runners più pesanti, questo è ovvio.
In genere i runners capiscono che è ora di cambiare scarpe quando il potere ammortizzante viene meno. Un valido metodo per capire se è ora di acquistare un nuovo paio è il test della soletta. In sostanza bisogna estrarre la soletta e premervi sopra con un dito; se appare un segno è proprio ora di acquistare un nuovo paio di scarpe da running. Un altro campanello d’allarme inoltre sono i dolori alle articolazioni e alla schiena. Questi sono sintomi di una corsa ‘insalubre’, dovuta cioè all’utilizzo di scarpe ormai obsolete. Le scarpe da running rappresentano un grosso investimento per il podista, senza un buon paio la corsa risulta disagevole e alla lunga possono insorgere problemi, anche gravi, ai piedi, alle articolazioni e alla schiena. I runners dunque devono sempre fare attenzione all’usura delle loro calzature, usura che comunque può essere ritardata con semplici accorgimenti. Un valido trucco è quello di dotarsi almeno di due paia di scarpe da corsa, ad esempio uno per gli allenamenti e l’altro per le gare. Qualche podista, comunque, sostiene di essersi allenato e aver disputato lunghe maratone con un solo paio di scarpe. La durata complessiva delle scarpe, comunque, aumenta sostanzialmente con l’utilizzo alternato.
Come scegliere le scarpe da running
L’esperto Sascha Wingenfeld asserisce che ogni runner dovrebbe dotarsi di buone scarpe da corsa, scarpe ben ammortizzanti e quindi tali da evitare problemi ai piedi e alle articolazioni. I fattori che determinano la ‘caduta’ del potere ammortizzante sono molteplici, come l’età della calzatura, il peso del runner e la tecnica di corsa (un runner con falcata veloce e leggera consumerà meno le sue scarpe rispetto a chi scarica tutto il peso sulla scarpa). Un fattore importante, da non dimenticare mai, è anche il terreno su cui si andrà a correre. Chi ad esempio vuole correre solo sull’asfalto può semplicemente optare per un classico paio di scarpe da running. Considerato che la lunghezza del piede, durante la giornata, aumenta leggermente è meglio comprare le scarpe da running nelle ore pomeridiane o serali.